La svolta ecologica dell'azienda di trasporto pubblico locale controllata da Città metropolitana in questa intervista fatta al suo vicepresidente Carlo Malerba questa mattina in occasione dell'evento di live communication svoltosi a Genova per presentare i mezzi ecologici e le strategie aziendali. "Nonostante le sue vicissitudini societarie e le ristrettezze finanziarie, ATP non è immobile, ma in movimento verso l’innovazione, come comunica il pay-off del progetto ‘innovazione in movimento’, grazie al quale l'azienda può vantare un primato ecologico in Italia: siamo la prima azienda di trasporto pubblico locale del Paese a utilizzare già da alcuni mesi su alcune linee mezzi dual fuel metano/gasolio, inoltre siamo sperimentando un su alcuni mezzi la doppia alimentazione metano/idrogeno e infine abbiamo già progettato, e realizzeremo quando ci saranno le condizioni, l'introduzione di mezzi elettrici sulla linea Rapallo-Portofino”. Così Carlo Malerba, da meno di un anno vicepresidente di ATP, con deleghe tra l’altro allo sviluppo dell’azienda e al rapporto con il territorio, ha sintetizzato la svolta green dell’azienda metropolitana di tpl durante l’evento di live communication per la presentazione delle strategie aziendali che si è svolto questa mattina a Genova fra palazzo Ducale e piazza De Ferrari, dove sono stati esposti 7 bus ecologici di recente e prossimo inserimento in servizio, parte di un processo di rinnovamento del parco mezzi che consentirà di ridurre il numero di veicoli e la loro età media e il consumo di gasolio grazie all’acquisizione di mezzi dalle migliori prestazioni.All’evento dell’azienda di trasporto pubblico locale che serve le Riviere e l’entroterra genovesi, oggi controllata da Città Metropolitana di Genova, ma destinata ad essere fusa insieme alla genovese AMT in una newco che gestirà i trasporti sia urbani sia extraurbani, erano presenti anche il sindaco metropolitano Marco Bucci, il vicesindaco metropolitano e sindaco di Rapallo Carlo Bagnasco e il consigliere delegato ai trasporti di Città metropolitana Claudio Garbarino, oltre ai relatori tecnici che hanno presentato le nuove tecnologie di cui sono già dotati o potrebbero essere dotati in un prossimo futuro alcuni mezzi aziendali già in servizio.Malerba, ATP negli ultimi anni ha attraversato passaggi molto tribolati, con problemi finanziari, conflitti sindacali, contenziosi fra azionista pubblico e privato. In un simile contesto, l’azione manageriale per sviluppare l’azienda sembra impossibile. Vi limitate quindi alla gestione del day by day?No. E’ vero che in un quadro di incertezza sia societaria sia finanziaria come quello attuale il focus prioritario del management è garantire sicurezza e continuità aziendale, ma questo non ci impedisce di provare a smuovere uno storico immobilismo, un ‘grande sonno’ del trasporto pubblico locale genovese che dura da quasi 50 anni, da quando le linee cittadine vennero riorganizzate dopo l’alluvione del 1970. Per questo nel Piano industriale di prossima definizione e subordinato al confronto con AMT Genova sarà inserito un progetto, identificato dal pay-off ‘Innovazione in movimento' che intende dare una prima scossa al nostro servizio. Non saremo solo green ma faremo anche una completa innovazione aziendale (in queste 8 slide tutti i numeri aggiornati sull'azienda e le linee guida aziendali: Atp green presentazione Malerba), partendo dall’eccezionale opportunità rappresentata dalle risorse finanziarie derivanti da finanziamenti del Ministero dei trasporti e della Regione Liguria, che ci dovrebbero consentire nel 2018 l’acquisizione di circa 72 nuovi bus, anche se in parte usati. Abbiamo la grande responsabilità di impegnare bene e risorse per cambiare circa il 29% del parco aziendale, riducendo anche il numero complessivo di bus.Quindi anche rottamazione dei vecchi bus inquinanti e via libera a mezzi ecologici?L’intenzione è quella, ovviamente andando per gradi, perché le risorse finanziarie sono limitate. Abbiamo un parco mezzi obsoleto con un’età media superiore ai 12 anni che a fine 2018 dovrebbe ridursi a poco più di 10 anni. Allora abbiamo pensato anche ad innovare l’esistente, partendo dai mezzi più vecchi e maggiormente inquinanti. Al momento abbiamo sottoposto a revamping quattro mezzi: uno con alimentazione dual fuel metano/gasolio e tre con l’additivazione di ossidrogeno e ortoidrogeno quali comburenti. La prima tecnologia – peraltro già presente da tempo sui mercati internazionali - non è mai stata utilizzata in Italia nel trasporto pubblico: un record di cui siamo fieri. La seconda è una primizia assoluta. Sono comunque attività sperimentali, realizzate grazie alla disponibilità di aziende che ci hanno offerto le loro soluzioni tecnologiche senza oneri per l’azienda e con la totale reversibilità dei mezzi: nessun vincolo strutturale quindi a ripristinare l’alimentazione originale.Che vantaggi ha la doppia alimentazione metano/gasolio?Ne ha ben tre: due ambientali, ovvero riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e riduzione del rumore, ed uno economico, grazie al minor consumo di gasolio a favore del metano (meno costoso e meno inquinante). Il veicolo convertito con la tecnologia d-gid può essere alimentato in modalità dual fuel, ovvero con una miscela controllata elettronicamente gasolio-metano o gasolio-biometano. La centralina D-Gid (qui la presentazione di Ecomotive Solutions, l'azienda che fornisce ad Atp questa tecnologia: Atp green presentazionEcomotive Metano) è in grado di acquisire e modificare in tempo reale i segnali provenienti dalla centralina originale del veicolo riducendo la quantità di gasolio iniettato e contemporanea comandando una serie di iniettori dedicati che sostituiscono l’energia sottratta con un’iniezione di gas metano o biometano che garantisce performance del mezzo identiche all’originale.E i vantaggi della tecnologia con l’additivazione di comburente, per capirci a idrogeno?Questa è una sperimentazione, e a basso costo: a ottobre 2017 abbiamo acquistato e installato tre dispositivi che producono ossidrogeno e ortoidrogeno, prodotti da Ferd and Co, con tangibile vantaggio economico perché possono essere installati su bus diesel esistenti senza dover acquistare quindi mezzi nuovi.Su quali linee stanno circolando i mezzi così equipaggiati?Quelli gasolio-idrogeno sono stati sperimentati in piena estate, a luglio 2017, sulla linea M1, la Genova-Montoggio, che comprende sia l’impegnativa salita da Struppa ad Aggio e Creto al ritorno la salita da Montoggio a Creto: una scelta motivata dalla necessità di testare le prestazioni del motore sotto il doppio profilo delle emissioni inquinanti e dei consumi in condizioni di particolare sforzo, sia per la pendenza del percorso sia per l’elevata temperatura esterna e il conseguente surriscaldamento del motore. E’ stato anche utilizzato sulla tratta Chiavari-Riva; nonostante la vetustà del mezzo (1999) abbiamo avuto buoni risultati, specie in relazione alla fumosità. Oggi lo stiamo sperimentando sulla Genova-Torriglia. I benefici li vediamo anche empiricamente, dall’assenza di esplicita reazione dei ciclisti, come riferitoci dai conducenti del mezzo…I ciclisti?Sì, particolarmente durante l’estate quando, sulla salita di Creto, venivano superati da un bus a gasolio mandano al diavolo l’autista perché investiti da una nuvola di gas di scarico, mentre con il bus ad additivazione di comburente (gasolio-idrogeno) potevano respirare, nonostante il motore del mezzo abbia un chilometraggio superiore al milione…Invece i bus metano-gasolio dove viaggiano?Li impieghiamo regolarmente sulla Genova-Fontanabuona-Chiavari, dove le macchine impegnate accumulano un significativo chilometraggio giornaliero e registrano consumi di combustibili elevati. Per il bus gasolio-metano abbiamo anche il vincolo del rifornimento, a causa della penuria di impianti: oggi siamo vincolati al distributore in zona Gavette, confinante la rimessa AMT. I primi dati sono stati eccellenti: risparmio gasolio del 20-25% ed emissioni in netto calo, come dimostrato, al di là dei risultati delle analisi dei fumi (fattore ‘k’ azzerato).Pensate anche a mezzi elettrici?Sì, sulla nostra linea turistica per antonomasia, famosa in tutto il mondo: la Freccia Rapallo-Portofino. E’ un’iniziativa che rientra nel più ampio progetto dei comuni di Portofino, Santa Margherita e Rapallo di vietare l’accesso al borgo alle auto e ai bus turistici, fermando le prime a Santa e i secondi direttamente al casello di Rapallo. Per acquistare i mezzi elettrici da utilizzare su questa linea sarebbe tuttavia necessario sia una specifica dotazione finanziaria sia un’offerta di veicoli più performanti che ad oggi il mercato non offre. Circa il primo punto stiamo avviando un percorso specifico con la Regione Liguria anche per l’acquisizione di nuove risorse finanziarie comunitarie; ai costi attuali non possiamo distogliere risorse dagli acquisti di bus ‘termici’ (ovvero tradizionale): acquisire un autobus elettrico – al di là dei problemi infrastrutturali – significherebbe rinunciare almeno a 2 autobus ‘tradizionali’; non possiamo permettercelo né come azienda né, soprattutto, come comunità locali. Riguardo all’offerta di mercato stiamo valutando possibili partnership con produttori, anche valorizzando l’eccezionale attrattività e potenziale referenza di servire Portofino; la presenza oggi di un operatore ungherese, produttore di un veicolo innovativo e da tempo in servizio a Budapest, ne è una testimonianza, ma non intendiamo fermarci qui.